Piero Rattalino
Musica, Italy
August 2015

Grieg pubblicò dieci fascicoli di Pezzi lirici, poi smise, non di comporre pezzi brevi per dilettanti ma di usare il titolo che si era dimostrato fortunatissimo. Per sottolineare la sua decisione … smetterla con I Pezzi lirici riprese nell'ultimo dell'op. 71 il tema del primo del op. 12, Arietta, e lo intitolò Rimembranze Detto per inciso, Rimembranze è uno dei più squisiti gioielli dell'orafo Grieg e meriterebbe di essere molto piu conosciuto di quanto sia. Ma di altri gioielli e gioiellini e ricca la raccolta nel suo complesso e Stephen Hough, scegliendo fior da fiore, ha messo insieme una preziosa antologia che si apre appunto con l'op. 12 n.1 e finisce con l'op. 71 n. 7. I due maggiori interpreti storici dei Pezzi lirici furono secondo me Gieseking e Gilels. Il primo li suonò come più o meno li avrebbe suonati un dilettante del tempo che fu, con la differenza che il dilettante faceva quallo che poteva, con molton sentimento e qualche limite tecnico, mentre Geiseking faceva scientemente il dilettante, calcolando con sagacia le casualita e le imprecisioni. Gilels suonava invece da grande virtuoso, sneza la minima sbavatura e con una scienza del tocco che nessun dilettante avrebbe mai potuto sognarsi di possedere. Stephen Hough, che ha uno lunga pratica di pezzi brevi di autori che non si chiamano Chopin, Schumann, Debussy ma Liadov, Chaminade, Moszkowski, capisce benissimo qual è il problema da risolevere, collocandosi però un po's metà strada fra Gieseking e Gilels. La sua paletta timbrica non è ricca e la sua esecuzione non è virtuosistica ma non diventa mai sottilmente imprecisa. Il sentimento che prevale largamente e la malinconia, resa con molta sensibilità senza che venga mai raggiunto il livello della nostalgia morbosa, del pianto sconsolato, e diciamo pure del masochismo. In altre parole, Hough evita il sentimentalismo, che per il pubblico di Grieg era un valore, non un disvalore. E che lo è anche oggi per il pubblico potenziale del 'classico' che non va ai concerti, che non acquista I dishi e che maviga in rete dove trova pezzi sentimentali eseguiti sentimentalmente da dilettanti sentimentali che si guadagnano commenti entusiasti. Conclusione? Per rappresentare il sentimentalismo, per fare arte con il sentimentalismo ci vuole un genio come Gieseking.